Silvio Barbieri insieme al suo fratello Luigi presenta un nuovo distillato alla Fiera Campoonaria di Padova nel giugno 1919, l'aperitivo Aperol. In Prato della Valle viene presentato ufficialmente il distillato a base di china, genziana e rabarbaro. Silvio, di ritorno da un lungo soggiorno a Parigi, battezza la nuova creatura clonando una parola sentita tante volte tra i tavoli degli Champs-Élysées: Aperò, dicono i francesi per aperitivo, Aperol, dicono i Barbieri, al timone della ditta nata da un piccolo laboratorio aperto dal padre Giuseppe quarant’anni prima nel 1880. L'Aperol è un aperitivo alcolico, dal colore rosso-arancio e dal sapore dolce amaro, ottenuto per infusione in alcol di arancia, erbe (tra cui il rabarbaro) e radici. La ricetta, segreta, è rimasta invariata dalla nascita. L'Aperol viene spesso abbinato ad altre bevande per formare cocktail, il più noto dei quali è lo spritz.
Sin dalla sua nascita l'Aperol si presenta con un distintivo colore arancione. Dato il successo del prodotto, i produttori Barbieri decidono di investire in pubblicità: negli anni venti l'arancione diventa la firma cromatica di Aperol e nei bar spuntano i primi poster pubblicitari che invitano a consumare un Aperol. Nel 1991 la Fratelli Barbieri è stata acquisita dalla Barbero 1891 che, a sua volta, nel dicembre 2003, diventa di proprietà del Gruppo Campari.
Il gruppo Campari ha origine nel 1860 da Gaspare Campari a Milano con la fondazione della fabbrica di liquori. Nel 1882 alla morte del fondatore uno dei suoi cinque figli, Davide, introdusse fondamentali cambiamenti trasformando l’azienda in una delle più note all’estero: da “Liquoreria Campari” a “Gaspare Campari-Fratelli Campari successori” nel 1902 e quindi “Davide Campari & C.”. Quest’ultimo investì molto nella comunicazione tanto è vero che svariati manifesti pubblicitari furono disegnati da Fortunato Depero (che progettò nel 1928 l’originale bottiglietta del Campari Soda), Marcello Dudovich, Marcello Nizzoli, Erberto Carboni, Leonetto Cappiello, Bruno Munari (che disegnò nel 1964 il famoso manifesto). I primi marchi-firme “Bitter” e “Cordial” vennero registrati nel 1888 assieme allo stemma araldico della famiglia “…formato da uno scudo con la figura di due cani accoccolati e sormontato da un elmo con fogliami ornamentali”. Nella sua storia Campari ha più volte modificato, anche sostanzialmente, il marchio poichè ha volontariamente tradotto il suo linguaggio grafico nei timbri stilistici dei vari momenti dell’arte, della moda, del gusto. Questo atteggiamento verso la comunicazione, cioè non apparire con lo stesso marchio, è divenuto tipico, imitabile e definito “immagine coordinata aperta”. Nel 1987 si è resa necessaria la fissazione definitiva degli standards grafici che fu realizzata da G&R Associati operando una sorta di restauro, di lavoro filologico sui logotìpi dopo un secolo di stratificazioni grafiche. Furono selezionati quelli più ricorrenti a partire dalla fondazione e si scelse il logotìpo Campari registrato nel 1912, il più utilizzato dal secondo dopoguerra.
Nel 1995 Campari chiude la sua prima acquisizione segnando l’inizio di una strategia che ancora oggi coniuga 50% di crescita organica e 50% di crescita attraverso acquisizioni. Ogni marchio unitosi da allora al gruppo, porta con sé la sua storia e identità uniche.